Sì lo so, l'assenza, specie se prolungata, può far male.
Questi giorni però sono successe tante cose, ed anzichè essere oggetto di post quotidiani si sono accavallate tutte in una sort di piramide degli avvenimenti, fino ad oggi, in cui il giornale si è quasi concretizzato( lo potete leggere
qui). Merita, se avete qualche minuto dateci un'occhiata.
In realtà tante cose non possono essere dimenticate, il derby ad esempio. Sembrerà buffo ma la totale mancanza di abitudine a situazioni di questo tipo non mi ha nemmeno portato ad un' euforia il giorno successivo. Anzi a dir la verità mi sembra tutto così lontano....
L'ultimo esame si avvicina e gli ottimi risultati precedenti mi dissuadono dal fare l'ultimo sforzo per portarmi a casa un buon voto, e la cosa mi infastidisce.
Il vero evento è che abbiamo, e ho personalmente, perso ore e ore per il giornale che ora, bontà divina, è pronto. Non sto scherzando, nell'ordine sono successe le seguenti cose:
- Articoli non pronti entro la scadenza
- Niente internet a casa di uno dei direttori quindi comunicazioni difficilissime
- 6 ore ad aspettare un solo articolo, o meglio la sua correzione
- 1 0ra per cambiarne solo 2 ( due) immagini
- Divieto di distribuire il giornale prima di Martedì 20 dicembre. Grazie burocrazia universitaria, perchè non lo distribuisco a Natale, quando in università c'è solo il custode con la famiglia? (.......)
- 45 minuti in stamperia per stampare un xxxxx di file in publisher da 20 pagine. Contattati tutti i commessi e sprecati, da loro, almeno 40/50 fogli ci regalano la stampa e ci invitano a non tornare più perchè non sono capaci ( Giuro!!!!)
- Aula informatica dell'università posseduta dal demonio, solo metà dei computer è in grado di aprire un file di office senza dover necessitare di un propulsore nucleare aggiuntivo.
- Rullo della stampante zuzzurellone stampa quasi 100 fogli con una riga bianca in mezzo. Evviva!
- Giunti all'ultima pagina dopo quasi 100 stampe, ripeto ul-ti-ma, salta il file.
- Aggiustato il problema di file nel pomeriggio si riescono a stampare ben 150 fogli.
- Salta l'intero sistema di rete di tutta l'aula informatica.
- Beh almeno 20 copie siamo riusciti a farle. Quelle sono a posto
- Ore 17.30: ci accorgiamo che anche le 20 copie sono sbagliatissime, senza titoli e con le frasi a metà.
Se la sfiga non esiste il mio concetto di fortuna è assai labile.
Ma c'è il risvolto meditativo. Mentre tornavo a casa in motorino, con tra i piedi naturalmente milioni di fogli sprecati destinati al macero, ho pensato a tante cose.
La prima è che ero pieno di sconforto, che il destino beffardo si accanisce sempre con chi prova in qualche modo a scuotere il sistema, ad alterare in parte il corso degli eventi. E si accanisce in modo violento cazzo, non è giusto.
Perchè- pensavo- l'insegnamento che ne devo trarre è che forse la prossima volta non vale la pensa fare tanti sforzi?
Poi però, parallelamente allo sconforto, è tornato un po' di ottimismo, ripensando al solito detto popolare che le grandi opere implicano grandi sacrifici. Il mio corollario a questo assioma è che non conoscendo il valore dell'opera ma molto bene invece quello del sacrificio, posso per la proprietà transitiva giudicare positivamente il nostro lavoro.
Ma non finisce qui, un secondo pensiero si è fatto strada. " Stai zitto! Ti prende lo sconforto per ste cose, eh? Non pensi a quelli che hanno dei problemi VERI?"
Il lato ragionevole che è in me ha risposto umile: " Sì, hai ragione..."
....
Il lato irrazionale che è in me però ha detto NO. E sapete perchè? Perchè è un'ipocrisia assurda sentirsi meglio solo perchè gli altri stanno peggio di noi. Dentro di noi una voce pensa: " mamma mia, ho poco da lamentarmi, se penso a chi sta peggio...."
Il mio sconforto quindi è perfettamente legittimo, ma passerà, lo so. Poco prima di venire al pc ho guardato fuori dalla finestra, quell'immagine notturna che solo Milano è in grado di produrre, l'immensa luce che viene dal basso anzichè dall'alto.
Dentro di me pensavo già: " Domani è un altro giorno Jerome"
DISSOLVENZA A NERO
Jerome