Renzo Imbeni
Premetto che ci tengo tantissimo a questo post.
E che attendevo questo giorno da mesi, non per niente l'avevo già anticipato qualche mese fa.
Il 22 Febbraio 2005 se ne andava Renzo Imbeni, ex Sindaco di Bologna ed ex Vice presidente del Parlamento Europeo. Vi racconto cosa abbiamo "in comune".
Nell'estate del 2004, nel mio lungo meditare su che cosa fare della mia vita, vita universitaria nella fattispecie, mi ero imbattuto in una puntata di Report sugli stipendi dei politici. Un reportage ben fatto che mostrava benefits e privilegi della nostra classe politica tra stipendi stellari, viaggi gratis e biglietti gratis dappertutto. In mezzo a tutto ciò, mi aveva completamente colpito una sua dichiarazione, al momento non sapevo nemmeno chi fosse, che con molta tranquillità diceva una cosa di una semplicità incredibile, che però chissà com'è nessun politico dice mai. Sotanzialmente il punto è: " Questo è un lavoro bellissimo, stipendi a parte..."
Naturalmente avrete mille impegni, però se vi va il link del servizio è qui. Vi risparmio tutto il servizio, basta che andiate al minuto circa 1:14.35. Dura soltanto un minuto l'intervista.
Detto ciò, non so in preda a quale impulso, decisi di scrivergli una lettera. Spero mi perdoniate le tante ingenuità all'interno....
giovedì 29 luglio 2004 13.35
Gentile Dottor. Imbeni,
le scrivo a seguito della visione di una puntata di Report, andata in onda diversi mesi fa, all'interno della quale un suo intervento mi ha particolarmente colpito tanto da decidermi di scriverle.
Ho da poco terminato il liceo e mi appresto a frequentare la facoltà di scienze internazionali nella mia città,Milano. Il mondo della politica mi affascina, come è normale che sia per molti ragazzi della mia età, ma da un altro lato è in grado anche di spaventarmi. Mi spiego. Parlandone in famiglia e tra amici il quadro che spesso viene delineato è di una classe politica in cui a muovere le scelte e le persone sono sempre le logiche del partito. Non essendomi mai confrontato con la politica attiva non posso sapere in che misura tale quadro riproduca fedelmente la realtà.
Se angoscio proprio lei con tutti questi discorsi è solo ed unicamente perchè da lei ho sentito qualcosa che mai prima mi era capitato di sentire per bocca di un politico. Lei ha parlato di una sorta di piacere nel fare il proprio lavoro, di una soddisfazione per la quale addirittura la retribuzione dovrebbe essere versata dal parlamentare stesso. Queste parole mi fanno credere davvero che la politica sia davvero qualcosa su cui fondare il proprio futuro, con buona pace dei poveri genitori, qualcosa per cui valga la pena mettersi in gioco fino in fondo.
Non che non riponga altrettanta fiducia nei nostri leader, non solo Fassino e D'alema ma anche alcuni degli ex membri del governo, solo che mi sono accorto, anche osservando il quadro politico della mia città, che più si scende ai ranghi inferiori più si incontrano persone lontane da un qualsiasi tipo di progettualità fino a sfociare nell'idealismo completo quando mi confronto con quelli della mia stessa età.
Il quadro che le ho presentato forse le sembrerà un po' nebuloso, 4 anni fa scrissi una lettera del tutto analoga all'allora ministro di giustizia Piero Fassino, ignorando chi poi sarebbe diventato, senza ricevere alcuna risposta.
Forse per risparmiarle l'intera lettura le condenso tutto in una sola domanda: "Vale la pena oggi per un ragazzo di 19 anni credere nella politica?"
So che difficilmente cariche politiche importanti trovano il tempo per rispondere a tali quesiti , me ne farà una ragione; la ringrazio comunque per la sottile speranza che ha riacceso con quelle parole.
Le auguro buon lavoro e, visti i giorni, buone vacanze
XXXXXXXXX
A Settembre, con mia più totale sorpresa mi giunse la sua risposta
Bologna 6 settembre 2004
Caro XXXXXXX,
ho visto solo ora la tua lettera del 29 luglio scorso. Ti scrivo dunque con un po' di ritardo, ma spero di essere scusato. Nelle frasi che hai ascoltato durante la puntata di Report c'è un po' la sintesi di ciò che io ho sempre pesato a proposito della politica. Nonostante l'opinione prevalente nettamente contraria per me resta il modo migliore attraverso il quale una persona può dare il suo contributo a rendere più giusto il mondo, i rapporti
fra le persone, il funzionamento delle istituzioni pubbliche e del sistema economico-sociale. Io mi considero fortunato poiché ho incontrato questa possibilità in un'epoca (gli anni '60) di forti idealità (libertà e indipendenza dei popoli, decolonizzazioni) e ho potuto guardare in faccia la realtà senza restare ingabbiato in assurdi ideologismi che obbligavano a scegliere fra un socialismo realizzato in cui non c'era né libertà, né giustizia sociale e un capitalismo che copriva le peggiori nefandezze di molti dei suoi paesi; e sono sfuggito alle sirene di un estremismo che ha attirato tanti miei coetanei su una strada che credevano più coerente e rapida (Vietnam rosso, non, come era giusto, Vietnam libero) ed invece è stato un velo che impediva di guardare la realtà. Per ciò che essa era davvero.
Questa "vaccinazione" iniziale mi ha permesso di essere coerente con me stesso: gli ideali sono gli stessi di 40 anni fa; mi ha permesso di assumere importanti responsabilità di partito e istituzionali (Sindaco di Bologna e deputato europeo) senza mai pensare che la politica si possa ridurre a gestione del potere e senza mettere il mio interesse personale sopra quello che io ho creduto e credo più ampio, dei cittadini e delle istituzioni che li rappresentano.
Ho usato la parola ideali anche perché ho notato il tuo riferimento all'idealismo di coloro che hanno la tua stessa età.
Ho seguito ovviamente con grande interesse i movimenti giovanili che si sono manifestati sui temi della globalizzazione e della pace. C'è chi ne ha fatto un uso strumentale contro questo e quel partito; c'è chi ha tentato di introdurvi il metodo della violenza; c'è chi ha pensato che si potesse davvero dire no alla globalizzazione per poi accorgersi che su questo schematico no si poteva trovare in cattiva compagnia (nazionalismo ed estrema destra). Ma nonostante questo, l'essenziale di questo movimento è positivo, è un no alla guerra e un no alle ingiustizie globali: e tutto ciò può essere una energia duratura per un futuro impegno politico, futuro del quale faccia parte capacità di analisi già accennata, capacità di proposta, di progetto, di alleanza con chi non la pensa come te, ma che ha idee che possono camminare insieme alle tue nell'ambito di progetti comuni.
Ovviamente l'impegno politico può prendere quantità di tempo diversi, e ciò dipende dalla volontà di ciascuno, combinata con il caso, le vicende dell'associazione che si è incontrato e nella quale si è deciso di fare la propria parte. Sono stati parecchi ai miei tempi ad essere "trascinati" dalla scelta della politica a tempo pieno e molti, come me, sono laureati mancati proprio per questo motivo.
E' sempre arduo dare consigli, ma penso che sarebbe meglio per te combinare il massimo impegno nello studio delle scienze internazionali con un'attività politica volontaria dove puoi dare il tuo contributo e trovare anche qualche soddisfazione. La cosa importante è che la passione sia tutt'uno con il disinteresse personale. Io penso che se a 20 anni avessi avuto in testa "una politica che è solo far carriera" (sono parole della canzone di Guccini "Dio è morto") avrei scoperto solo il lato oscuro della politica e avrei poi fatto rapidamente altre scelte.
Ecco allora alla fine la risposta alla tua domanda: "Sì, vale la pena!" Ma con l'avvertenza che la politica è fatta di tanti aspetti, può permetterti incontri ed occasioni straordinarie, ma può provocare anche delusioni cocenti. Dipende da come la si intende e la si vive.
Ma come mi è stato insegnato la politica esiste comunque; se tu non la fai, altri la fanno anche per te. E allora se sei convinto che essere portatore di idee belle e giuste tanto vale che faccia la tua parte, senza delegarle ad altri.
Un caro saluto e molta fortuna.
Renzo Imbeni
Spero che abbiate resistito fino alla fine, se non altro per potersi porre la fatidica domanda. Dove sono finiti politici così?
Jerome
E che attendevo questo giorno da mesi, non per niente l'avevo già anticipato qualche mese fa.
Il 22 Febbraio 2005 se ne andava Renzo Imbeni, ex Sindaco di Bologna ed ex Vice presidente del Parlamento Europeo. Vi racconto cosa abbiamo "in comune".
Nell'estate del 2004, nel mio lungo meditare su che cosa fare della mia vita, vita universitaria nella fattispecie, mi ero imbattuto in una puntata di Report sugli stipendi dei politici. Un reportage ben fatto che mostrava benefits e privilegi della nostra classe politica tra stipendi stellari, viaggi gratis e biglietti gratis dappertutto. In mezzo a tutto ciò, mi aveva completamente colpito una sua dichiarazione, al momento non sapevo nemmeno chi fosse, che con molta tranquillità diceva una cosa di una semplicità incredibile, che però chissà com'è nessun politico dice mai. Sotanzialmente il punto è: " Questo è un lavoro bellissimo, stipendi a parte..."
Naturalmente avrete mille impegni, però se vi va il link del servizio è qui. Vi risparmio tutto il servizio, basta che andiate al minuto circa 1:14.35. Dura soltanto un minuto l'intervista.
Detto ciò, non so in preda a quale impulso, decisi di scrivergli una lettera. Spero mi perdoniate le tante ingenuità all'interno....
giovedì 29 luglio 2004 13.35
Gentile Dottor. Imbeni,
le scrivo a seguito della visione di una puntata di Report, andata in onda diversi mesi fa, all'interno della quale un suo intervento mi ha particolarmente colpito tanto da decidermi di scriverle.
Ho da poco terminato il liceo e mi appresto a frequentare la facoltà di scienze internazionali nella mia città,Milano. Il mondo della politica mi affascina, come è normale che sia per molti ragazzi della mia età, ma da un altro lato è in grado anche di spaventarmi. Mi spiego. Parlandone in famiglia e tra amici il quadro che spesso viene delineato è di una classe politica in cui a muovere le scelte e le persone sono sempre le logiche del partito. Non essendomi mai confrontato con la politica attiva non posso sapere in che misura tale quadro riproduca fedelmente la realtà.
Se angoscio proprio lei con tutti questi discorsi è solo ed unicamente perchè da lei ho sentito qualcosa che mai prima mi era capitato di sentire per bocca di un politico. Lei ha parlato di una sorta di piacere nel fare il proprio lavoro, di una soddisfazione per la quale addirittura la retribuzione dovrebbe essere versata dal parlamentare stesso. Queste parole mi fanno credere davvero che la politica sia davvero qualcosa su cui fondare il proprio futuro, con buona pace dei poveri genitori, qualcosa per cui valga la pena mettersi in gioco fino in fondo.
Non che non riponga altrettanta fiducia nei nostri leader, non solo Fassino e D'alema ma anche alcuni degli ex membri del governo, solo che mi sono accorto, anche osservando il quadro politico della mia città, che più si scende ai ranghi inferiori più si incontrano persone lontane da un qualsiasi tipo di progettualità fino a sfociare nell'idealismo completo quando mi confronto con quelli della mia stessa età.
Il quadro che le ho presentato forse le sembrerà un po' nebuloso, 4 anni fa scrissi una lettera del tutto analoga all'allora ministro di giustizia Piero Fassino, ignorando chi poi sarebbe diventato, senza ricevere alcuna risposta.
Forse per risparmiarle l'intera lettura le condenso tutto in una sola domanda: "Vale la pena oggi per un ragazzo di 19 anni credere nella politica?"
So che difficilmente cariche politiche importanti trovano il tempo per rispondere a tali quesiti , me ne farà una ragione; la ringrazio comunque per la sottile speranza che ha riacceso con quelle parole.
Le auguro buon lavoro e, visti i giorni, buone vacanze
XXXXXXXXX
A Settembre, con mia più totale sorpresa mi giunse la sua risposta
Bologna 6 settembre 2004
Caro XXXXXXX,
ho visto solo ora la tua lettera del 29 luglio scorso. Ti scrivo dunque con un po' di ritardo, ma spero di essere scusato. Nelle frasi che hai ascoltato durante la puntata di Report c'è un po' la sintesi di ciò che io ho sempre pesato a proposito della politica. Nonostante l'opinione prevalente nettamente contraria per me resta il modo migliore attraverso il quale una persona può dare il suo contributo a rendere più giusto il mondo, i rapporti
fra le persone, il funzionamento delle istituzioni pubbliche e del sistema economico-sociale. Io mi considero fortunato poiché ho incontrato questa possibilità in un'epoca (gli anni '60) di forti idealità (libertà e indipendenza dei popoli, decolonizzazioni) e ho potuto guardare in faccia la realtà senza restare ingabbiato in assurdi ideologismi che obbligavano a scegliere fra un socialismo realizzato in cui non c'era né libertà, né giustizia sociale e un capitalismo che copriva le peggiori nefandezze di molti dei suoi paesi; e sono sfuggito alle sirene di un estremismo che ha attirato tanti miei coetanei su una strada che credevano più coerente e rapida (Vietnam rosso, non, come era giusto, Vietnam libero) ed invece è stato un velo che impediva di guardare la realtà. Per ciò che essa era davvero.
Questa "vaccinazione" iniziale mi ha permesso di essere coerente con me stesso: gli ideali sono gli stessi di 40 anni fa; mi ha permesso di assumere importanti responsabilità di partito e istituzionali (Sindaco di Bologna e deputato europeo) senza mai pensare che la politica si possa ridurre a gestione del potere e senza mettere il mio interesse personale sopra quello che io ho creduto e credo più ampio, dei cittadini e delle istituzioni che li rappresentano.
Ho usato la parola ideali anche perché ho notato il tuo riferimento all'idealismo di coloro che hanno la tua stessa età.
Ho seguito ovviamente con grande interesse i movimenti giovanili che si sono manifestati sui temi della globalizzazione e della pace. C'è chi ne ha fatto un uso strumentale contro questo e quel partito; c'è chi ha tentato di introdurvi il metodo della violenza; c'è chi ha pensato che si potesse davvero dire no alla globalizzazione per poi accorgersi che su questo schematico no si poteva trovare in cattiva compagnia (nazionalismo ed estrema destra). Ma nonostante questo, l'essenziale di questo movimento è positivo, è un no alla guerra e un no alle ingiustizie globali: e tutto ciò può essere una energia duratura per un futuro impegno politico, futuro del quale faccia parte capacità di analisi già accennata, capacità di proposta, di progetto, di alleanza con chi non la pensa come te, ma che ha idee che possono camminare insieme alle tue nell'ambito di progetti comuni.
Ovviamente l'impegno politico può prendere quantità di tempo diversi, e ciò dipende dalla volontà di ciascuno, combinata con il caso, le vicende dell'associazione che si è incontrato e nella quale si è deciso di fare la propria parte. Sono stati parecchi ai miei tempi ad essere "trascinati" dalla scelta della politica a tempo pieno e molti, come me, sono laureati mancati proprio per questo motivo.
E' sempre arduo dare consigli, ma penso che sarebbe meglio per te combinare il massimo impegno nello studio delle scienze internazionali con un'attività politica volontaria dove puoi dare il tuo contributo e trovare anche qualche soddisfazione. La cosa importante è che la passione sia tutt'uno con il disinteresse personale. Io penso che se a 20 anni avessi avuto in testa "una politica che è solo far carriera" (sono parole della canzone di Guccini "Dio è morto") avrei scoperto solo il lato oscuro della politica e avrei poi fatto rapidamente altre scelte.
Ecco allora alla fine la risposta alla tua domanda: "Sì, vale la pena!" Ma con l'avvertenza che la politica è fatta di tanti aspetti, può permetterti incontri ed occasioni straordinarie, ma può provocare anche delusioni cocenti. Dipende da come la si intende e la si vive.
Ma come mi è stato insegnato la politica esiste comunque; se tu non la fai, altri la fanno anche per te. E allora se sei convinto che essere portatore di idee belle e giuste tanto vale che faccia la tua parte, senza delegarle ad altri.
Un caro saluto e molta fortuna.
Renzo Imbeni
Spero che abbiate resistito fino alla fine, se non altro per potersi porre la fatidica domanda. Dove sono finiti politici così?
Jerome
10 Comments:
Grande sensibilità e pienezza morale.
Credo che ci siano ancora politici portatori di sani valori e ideali e se uno ci crede veramente è giusto provarci e dare qualcosa. Considera che la politica si può fare anche in quelsiasi gesto giornaliero.
Chiaro è che le delusioni ci sono, gli aggiustamenti o i compromessi anche, ma è impostante mantenere gli ideali di fondo come linea guida e poi raccoglierne i frutti con il tempo.
Io sarò un folle ingenuo, idealista, ma ritengo la politica vada oltre i soliti luoghi comuni e che partecipare attivamente sia bellissimo. Forse non si cambierà il mondo ma almeno ci si potrà guardare allo specchio dicendo. "io ci ho provato"
Renzo Imbeni...degnissima persona e servitore attento e lungimirante dei suoi elettori.
Da anni sostengo che gli stipendi dei deputati, se idealmente servissero per esercitare appieno l'esercizio di rappresentanti dei cittadini elettori, non sono poi così elevati.....
Ti consiglio un testo che può offrirti ulteriori risposte alle domande che a suo tempo hai posto a Imbeni
Mario Capanna "Verrò da Te" - Ed. Baldini&Castoldi (2003)
Ah giusto...la prima copia del "Manifesto Del partito Comunista" di Marx e Engels che ho comprato, e avevo 15 anni, ha l'introduzione di un altro grande sindaco di Bologna, degno servitore dello stato, Renato Zangheri.....la custodisco gelosamente nella mia libreria.....che caldo che fa a Bologna d'estate :-)!
Ci sono ancora politici così? Se si, sono mosche bianche.
Sono politici come Imbeni che mi fanno ancora credere nella politica. Purtroppo non sono molti e non avranno la possibilità di arrivare in alto nel partito ma spero che riescano a farsi conoscere dai giovani per fargli capire che non esiste solo la politica fine a se stessa ma c'è ancora chi nella politica ci vede lo strumento per la difesa delle persone.
Per quanto riguarda gli stipendi sono convinto che siano altamente sproporzionati al lavoro che svolgono, se faticassero ad arrivare alla fine del mese(come fa la maggior parte delle famiglie) avremmo dei politici che si occuperebbero dei veri bisogni dei cittadini.
tutto questo è bello, davvero. e che gran persona. grazie Jerome per avercelo ricordato.
un politico come Imbeni, che cita pure Guccini, è la persona che ognuno di noi dovrebbe poter mandare il Parlamento.
e poi ti ha dato un consiglio bellissimo, che in fondo è lo stesso che ti sto dando da mesi...
Caro jerome, di persone così ne esistono, tu sei una di queste. politico non lo sei ancora ma è solo questione di qualche anno. ricordi tutto il nostro lungo discorso a prposito nel viaggio tra Venezia e Milano questa estate? Io son convinto che di politici così ce ne siano ma siano pochi e soprattutto siano quelli a cui vengono trpate le ali, ma spero che gente che la pensa come te faccia strada e cambi un po' le cose.
Hehehe...
" Sei pur sempre un essere maschile e questa è una carta a tuo sfvore:)!"
Dopo tanti elogi non posso che prometterti un futuro posto di ministra:D dell'orgoglio femminile (le pari opportunità sarebbe troppo riduttivo no?) quando fra un po' di anni dominerò il mondo. Alla faccia dell'integrità e della purezza...
p.s.ti ricordo che al nostro primo incontro mi hai tacciato scherzosamente di poltronismo:P, sto facendo passi avanti...
Jerome
Mi sono iscritto alla Fgci nel 1975 e la tessera era firmata da Renzo Imbeni... Nel 1986 sono diventato consigliere comunale a Bologna, nelle liste del Pci, e il mio sindaco era Renzo Imbeni... Nel 1989, da funzionario della "stampa e propaganda" del Pci curai "l'immagine" di Imbeni candidato al Parlamento Europeo... Nel 1993 il Pds decise di cambiare il sindaco e pochi mesi dopo mi trovai fuori dal partito e dal gruppo consiliare... Tuttavia, il flebile rapporto che ho mantenuto con i Ds mi ha consentito di far parte, a rotazione, del picchetto d'onore che per un intero pomeriggio ha accompagnato le visite dei bolognesi al feretro dell'ex sindaco... Mi fermo qui, ma avrai capito quale attaccamento provavo per Imbeni, e avendo visto quella puntata di Report a cui ti riferivi, voglio solo dire che da tempo non vedo più nulla che assomigli alla passione politica di quela fase storica da cui sono uscite persone come Imbeni. E trovo penoso che i partiti, mai così privi di idealità, abbiano requisito tanto potere nel selezionare le classi dirigenti e nel farsi finanziare dai cittadini. Il che non toglie che la tua spinta a provarci, nonostante tutto, mi abbia emozionato.
Caro Jerome,
sono Valentina Imbeni, figlia di Renzo Imbeni. Questo commento arriva un po' in ritardo, ma non avevo mai letto il tuo blog fino ad oggi. Volevo ringraziarti per il tuo post, che leggo con grande commozione, e per aver condiviso le parole di Renzo, un uomo che trovava sempre tempo per tutto e per tutti, inclusa la famiglia, nonostante il suo grande impegno politico. Quello che ti scrive e' quello in cui credeva e che mi ha insegnato. Era un uomo che dava a tutti, e con gioia. Ci manca ora come il giorno che se n'e' andato.
Un caro saluto
Valentina, San Francisco 21 Feb 2010
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