meno sappiamo e piu' lunghe sono le nostre Spiegazioni

giovedì, febbraio 16, 2006

Fuori tempo massimo

E' tardi e non volevo nemmeno scrivere...

Ma sono due giorni che penso a questa storia, ne parlo oggi solo perchè non volevo trasformare questa vicenda nel "FATTO DEL GIORNO" come fanno i giornali, per poi dimenticare per sempre.

So che necessiterà uno sforzo non indifferente, ma andate oltre la retorica che una storia del genere può scatenare...

Ieri sui giornali è apparsa la notizia di un uomo che ha ucciso la moglie e una figlia per poi togliersi la vita. Era un autotrasportatore avicolo, aveva investito tutti i risparmi per comprare un nuovo camion, ma col settore in crisi a causa dell'aviaria il lavoro era prima cominciato a diminuire per poi scarseggiare definitivamente.

Aveva lasciato un biglietto per chiedere scusa dell'errore.

Mio padre dice che queste vicende sono delle specie di anomalie programmate del sistema, come quando si sentono le storie di undicenni indiani con 4 lauree o bambini che cadono dal 5° piano e non si fanno nulla. Non vogliono dire nulla, non esprimono nessun trend, succedono e basta.

E io la penso così quasi sempre. Quando venne fuori la vicenda di Erika e Omar, i due ragazzi di Novi Ligure, io penaei che non voleva dire un bel niente. Che non era la crisi della famiglia, il disagio dei giovani, l'incomunicabilità. Erano Erika e Omar, e non voleva dire nulla.

Ma questa storia mi ha davvero turbato. Sempre mio padre sosteneva che, per compiere un gesto del genere, non poteva che trattarsi di un individuo con qualche problema mentale, come giustificare altrimenti un gesto del genere. Un raptus di follia insomma.

Io non lo so. In un raptus di follia uno non scrive un biglietto per chiedere scusa, e poi a me interessa la condizione che spinge un uomo ad un gesto del genere.

Se un uomo deve improvvisamente ritrovarsi senza niente per colpa di qualcosa che non dipende da lui, qualcosa nello società c'è che non va, eccome.

Insomma. Perso il Camion, perso tutto? No! Questo non è giusto.
Mi rendo conto che a prima vista può sembrare una cosa di una banalità sconcertante, però una società che lascia morire una persona così ha fallito. E' un modello di società fallimentare. E attenzione, non è una questione di stato socialista assistenziale meglio di uno stato liberista invisbile. Uno stato non assistenziale può riuscire a garantire comunque un buon numero di prospettive e possibilità pur non fadendosi carico direttamente di queste. Il discorso è più profondo, in senso lato. Avendo le sue radici nelle basi della società, non riesco ad interpretarne bene il significato. So solo che questa storia mi tocca più della TAV, dei PACS e di tutte le altre diavolerie attorno alle quali hanno deciso di spendere tutto il loro tempo. Ma come si fa ad essere così miopi, o presbiti trattandosi in questo caso di fatti a noi vicini, da non vedere che una vicenda come questa è un bubbone di qualcosa che non va DENTRO la società?

Forse l'unica riflessione intelligente che mi viene da fare in tutto questo discorso è che la nuova politica alla quale tutti noi partecipiamo, votando, parte da un approccio decisamente sbagliato. Prende la società e ne vuole cambiare il look, chi la vuole più elegante, chi più casual. Ma quello che sta sotto è sempre lo stessa. La società va invece cambiata dentro, affinchè essa possa decidere lei stessa se vestirsi elegante o casual.

Il voto che darò più volentieri sarà verso quel partito che prima di dirmi che cosa propone si impegnerà a coinvolgere la persone, ad invitarle ad informarsi, ad essere sensibili ai temi sociali, a guardarsi intorno, a porsi tante domande.

Dopodichè mi può anche proporre la Padania Libera e la pistola per tutti, sarei sereno. Perchè una società migliore, più cosciente, neutralizzerebbe automaticamente follie politiche generate e costruite proprio sull'ignoranza della gente.

Jerome

6 Comments:

Blogger Johnny said...

Nessun commento, solo complimenti per questo post.

8:40 AM  
Blogger Compagno di pranzi e cene said...

Nonostante il biglietto il raptus di follia ci può essere stato. Il tuo discorso è molto bello e senz altro giusto ma anche tanto tanto utopico, tutti vorrebbero una società che aiuti chi ne ha bisogno, che non lasci mai nessuno da solo al caso, ma purtroppo sappiamo che è impossibile, bisogna avere fortuna e sapersela cavare, anche a livello psico-emotivo da soli in certe circostanze, inutile sperare nell'apporto della società.

10:15 AM  
Blogger Il Pianista said...

Il problema a mio avviso è questo: il dimostrato fallimento di una società (cosidetta) capitalistica e liberista che ha creato sperequazioni sociali clamorose, non assistendo chi ha di meno, creando solo finto benessere indirizzato verso ideali e valori posticci basato sull'"apparire" e sull'"avere" e non sull'"essere".
Continuando a rincorrere finti bisogni indotti, quando viene a mancare la base per soddisfarli molti si trovano di fronte ad una situazione insostenibile. E' chiaro che un castello di carte basta un alito di vento a buttarlo giù.
I nostri nonni che hanno vissuto miseria e guerre, avevano ( o hanno) un punto di vista sicuramente migliore.

7:28 PM  
Blogger SOYUZ1968 said...

I disvalori sono quelli del denaro. Ho bene impressa la vicenda di Pietro Maso, torbidamente accaduta nello stesso Veneto dove la cultura del denaro sovrasta l'umanità dei rapporti familiari e interpersonali.

7:33 PM  
Anonymous Anonimo said...

Bravo jerome, peccato che cambiare alla radice questa società è come tentar di fermare uno tsunami....

Tuo padre non ha tutti i torti: la mente umana è forse la cosa più incomprensibile del pianeta; in questo caso però c'è un motivo scatenante chiaro e quella persona, che non mi sento certo di condannare, ha compiuto il gesto che riteneva più "giusto".

Rest in peace....

9:22 AM  
Anonymous Anonimo said...

Excellent, love it! » » »

4:49 PM  

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