Il mio turno
Stasera realizzo che lo devo fare per una ragione in più. Non soltanto per strapparvi lacrime gratuite ( per quello c'è già la musica ovviamente), ma per ricambiare l'affetto di tutte le persone che ho dovuto salutare in questi 3 giorni.
Dai saluti fugaci alla festa, ai commiati informatici di due Amici speciali come Vega09 e Compagno di Merende, ai compagni di università salutati un po' troppo di fretta in una giornata piovosa come quella odierna.
Qualcuno lassù si diverte a farsi beffa di chi sta più in basso. Oggi a Milano pioveva, cadeva quella fastidiosissima pioggia fine che sembra non finire mai. Dicono che in Portogallo il tempo sia sempre così e, nel giorno in cui volevo l'ultimo disperato assaggio di una realtà che lascio con molte più lacrime di quanto anche i miei più stretti amici abbiano percepito, qualcuno vuol farmi sentire già lontano, anticparmi quello che vedrò ogni mattina per un tempo molto lungo.
Di fronte a situazioni importanti i pensieri si congestionano, entrano stimoli e non esce niente. Come se si ostacolassero a vicenda, mi impediscono di far uscire una lacrima, una confessione di paura. Forse soltanto salutando ogni singola persona ho potuto realmente capire quello che stava succedendo.
Vega, nel suo bellissimo post, ha scritto una cosa molto vera: negli addii, chi rimane soffre molto di più di chi parte. Ma nella nostra conversazione in attesa della 54 ho provveduto a dargli la mia rilettura. Chi parte è da solo, chi rimane può contare su tutte le persone che rimangono, e che magari soffrono come lui di una partenza.
Aggiungo una riflessione. La partenze, così come tutte le privazioni, permettono di mettere a fuoco sensazioni fino a quel momento impalpabili. Ti mettono di fronte alla necessità di fare il punto sulla persona che lasci. E questa è una sensazione assolutamente simmetrica. Forse soltanto salutando certe persone ho capito quanto per loro sono importante e quanto esse lo siano per me. Così come quando ricevi un commento di una persona che non ti aspetti, che parla di più di tutte le parole che altrimenti non sarebbero mai venute fuori, lasciando situazioni irrisolte.
Se è vero che la mia partenza lascerà un piccolo vuoto in qualcuno, in queste persone questo piccolo vuoto sarà ben definito, avrai dei confini ben chiari perchè sarà il frutto di una riflessione che questa partenza ha imposto, obbligandoli ad interrogarsi su quale piccolo ruolo mi sono ritagliato nella loro vita.
Non è poco, non basterà questo a compensare quello che materialmente non c'è più, ma io tornerò. E quando tornerò le persone che avevano sentito quel piccolissimo vuoto alla mia partenza sapranno che ruolo occupa quella persona nella loro vita. Un amico, un confidente, un compagno.
Non è questa l'occasione per rivelarvi di quante cose abbia paura, soprattutto rivolgendomi a persone che hanno conosciuto Jerome e non hanno conosciuto Flavio e che forse mi immaginano molto più sicuro di quanto non sia.
La realtà è che, permettetemi questo slancio smieloso, se sono Jerome oggi lo devo a tante persone. E' quello che non ho potuto dire salutando ciascuno di loro, oggi soprattutto. Perchè la mia crescita come persona è un loro merito, qaulcosa di cui essere loro grato per l'eternità. Ed è un merito condiviso, e oggi avrei voluto dire grazie a ciascuno di loro, ma non ce l'ho fatta.
E' una società che ci ha abituato male sotto questo punto di vista, ci rende incapaci di ringraziare persone che, magari inconsapevolmente, hanno trasformato un bambino con una frangetta mai veramente tagliata fino in fondo in un uomo.
In mesi di perplessità circa la mia partenza un solo pensiero è stato fisso e immobile. Stona clamorosamente con la realtà che saluto il profilo di questa generazione che la Tv e giornali disegnano. Di una generazione senza valori, senza progetti, senza forza, senza sogni. Io invece saluto un panorama diverso, fatto da persone che sono in potenza una società di domani "ricca", capace di costruire, nel proprio piccolo, un paese in cui dover progettare il proprio futuro con serenità.
E' questa, a mio avviso, " La meglio Gioventù". Dovessero anche le nostre strade separarci, l'impronta che tutte queste persone hanno lasciato è indelebile, e non si cancellerà mai.
Torno presto
Jerome