Settantasette giorni
Esiste una buona ragione per ricominciare a scrivere?
Che ne so...una frase, un pensiero, un libro, un film?
No, credo di no.
Se il tempo fosse scandito dai post pubblicati su questo blog, salvo comunicazioni di servizio, oggi sarebbe ancora il 2 Marzo. Il mio aereo si sarebbe appena levato in volo dall'aeroporto Portela di Lisbona. In quel momento sarebbe finito il mio Erasmus a Coimbra.
Guardando Lisbona rimpicciolirsi sempre di più non avrei nemmeno potuto immaginare cosa sarebbe successo dopo.
A quante persone raccontare che cos'è questo benedetto Erasmus? Avrebbero capito? Probabilmente no.
Chissà se avrei mai immaginato che in così poco tempo i giorni di Coimbra sarebbero diventati un remoto passato, da ripercorrere attraverso quasi 3000 fotografie scattate in meno di sei mesi di permanenza. Una foto ogni due ore circa.
Lisbona è ormai lontana, il veivolo Easyjet sta attraversando ormai il confine con la Spagna. Cerco di dormire ma non ci riesco. Forse inconsciamente so già che tutti quei progetti per il ritorno, per il post-università, quelle mete lontane rimarranno per sempre esercizi di fantasia. Non ci sarà nessuna laurea specialistica all'estero, non riprenderò a scrivere, non troverò il coraggio di propormi a nessuna band come chitarrista.
Il mio ipod riproduce a ripetizione musica "movimentata". The Kooks, Muse, Franz Ferdinand senza poter immaginare che I'd like dei Freshly Ground sarà la mia colonna sonora di Marzo.
"Il mondo è mio", sembra uno slogan Vodafone ma è il ritornello che mi rimbalza in testa quando sono ormai a metà tragitto. Milano si avvicina.
Ho perso le speranze di essere capito su cosa secondo me l'Erasmus davvero rappresenta. La gente vive di modelli imposti a forza da cinema e tv. Maledetto "Appartamento Spagnolo". Per quanto mi riguarda l'Eramus ti dà la convinzione/illusione di poter essere davvero protagonisti della propria vita. Vuoi fare qualcosa? Falla. Vuoi andare da qualche parte? Vacci. Mai come in Erasmus il divario tra volere e potere è così sottile.
Chissà se quando il mio volo stava sorvolando il confine francese mi sarei immaginato la festa nerazzurra di Aprile, il primo scudetto visto con i miei occhi. La gente per strada, la bandiera che mi sventola veloce come mantello dietro le spalle, mentre io e mio fratello sfrecciamo in vespa nella città festante. Me lo sarei immaginato così?
E Acido Politico a colori? Sembra quasi un giornale vero. No, forse la mia immaginazione non arriva a tanto.
Dal finestrino vedo le Alpi, le prossima volta che le riattraverserò sarà per andare a trovare Benni e Bisi in quel di Lille e Reims ad Aprile. Come sarà il loro Erasmus? E soprattutto torneranno indietro le persone che avevo lasciato a settembre? Cerco di applicare l'unico teorema dell'amicizia che sono riuscito a formulare. Gli amici non cambiano mai, perchè se di loro sei davvero amico non ne percepisci un eventuale cambiamento, è come se l'avessi già previsto conoscendoli bene. Perciò li troverò, nelle loro località francesi, felici, senza la minima voglia di riaffacciarsi in Via Conservatorio.
E poi ci sarà Parigi con la mia bella, la nostra C3 verde pisello sfrecciare nelle campagne parigine al tramonto è un'immagine forse troppo elaborata per poterla prevedere.
Iniziano le manovre di atterraggio. Sto tornando. Non sento nessun soffocamento, nessuna ansia da ritorno, nessuna tachicardia improvvisa. Sono contento di aver vissuto questa esperienza, mi aspetta Milano per fare di tutto e di più, in fondo il mondo è mio.
Sto davvero tornando? Fra due mesi, il 3 Maggio, sarò di nuovo in Portogallo. Per la festa più devastante che l'uomo che può pensare ; cercherò di canticchiare le parole di Love Show di Skye, ex cantante dei Morcheeba al concerto della prima sera, mi addormenterò su una specie di marciapiede di un parco alla fine di una delle serate della festa, alle 8 di mattina, e mi risveglierò 5 ore più tardi nello stesso punto, ma in mezzo ad una partita di calcio.
Assisterò alla parata di carri più assurda cui potrò mai assistere. Non ci potrò credere quando lo vedrò con i miei occhi, figuriamoci se sul volo Lisbona-Milano la mia immaginazione arriverà a tanto. 6 ore, 96 carri in giro per la città soltanto per REGALARE birra indiscriminatamente per sei ore, a tutti. A tutti quelli che sono abbastanza sobri alla sesta ora per allungare la mano verso il carro.
E questo monastero abbandonato sulla cima di una imponente scogliera a strapiombo sul mare, a Cabo Espichel? La mia veggenza arriverà a tanto?
No, io in questo luogo non ci andrò mai. Quest'immagine risiede nella mia mente solo perchè Wim Wenders ci ha girato un pezzo di Lisbon Story. Io in questo luogo straordinario non ci sono mai stato.
Li sento. Sono i carrelli che toccano la pista di Malpensa. Sono a Milano, sono tornato.
Era il 2 Marzo.
Se il tempo è davvero scandito dai post di questo blog oggi non è più il 2 Marzo, ma il 18 Maggio. Quel che è successo prima appartiene ad un'altra pagina.
"Domani è l'inizio della mia nuova vita"
Chi l'ha detto? Avanti internauti googledipendenti, se cercate la risposta, troverete sorprese.
Jerome
Che ne so...una frase, un pensiero, un libro, un film?
No, credo di no.
Se il tempo fosse scandito dai post pubblicati su questo blog, salvo comunicazioni di servizio, oggi sarebbe ancora il 2 Marzo. Il mio aereo si sarebbe appena levato in volo dall'aeroporto Portela di Lisbona. In quel momento sarebbe finito il mio Erasmus a Coimbra.
Guardando Lisbona rimpicciolirsi sempre di più non avrei nemmeno potuto immaginare cosa sarebbe successo dopo.
A quante persone raccontare che cos'è questo benedetto Erasmus? Avrebbero capito? Probabilmente no.
Chissà se avrei mai immaginato che in così poco tempo i giorni di Coimbra sarebbero diventati un remoto passato, da ripercorrere attraverso quasi 3000 fotografie scattate in meno di sei mesi di permanenza. Una foto ogni due ore circa.
Lisbona è ormai lontana, il veivolo Easyjet sta attraversando ormai il confine con la Spagna. Cerco di dormire ma non ci riesco. Forse inconsciamente so già che tutti quei progetti per il ritorno, per il post-università, quelle mete lontane rimarranno per sempre esercizi di fantasia. Non ci sarà nessuna laurea specialistica all'estero, non riprenderò a scrivere, non troverò il coraggio di propormi a nessuna band come chitarrista.
Il mio ipod riproduce a ripetizione musica "movimentata". The Kooks, Muse, Franz Ferdinand senza poter immaginare che I'd like dei Freshly Ground sarà la mia colonna sonora di Marzo.
"Il mondo è mio", sembra uno slogan Vodafone ma è il ritornello che mi rimbalza in testa quando sono ormai a metà tragitto. Milano si avvicina.
Ho perso le speranze di essere capito su cosa secondo me l'Erasmus davvero rappresenta. La gente vive di modelli imposti a forza da cinema e tv. Maledetto "Appartamento Spagnolo". Per quanto mi riguarda l'Eramus ti dà la convinzione/illusione di poter essere davvero protagonisti della propria vita. Vuoi fare qualcosa? Falla. Vuoi andare da qualche parte? Vacci. Mai come in Erasmus il divario tra volere e potere è così sottile.
Chissà se quando il mio volo stava sorvolando il confine francese mi sarei immaginato la festa nerazzurra di Aprile, il primo scudetto visto con i miei occhi. La gente per strada, la bandiera che mi sventola veloce come mantello dietro le spalle, mentre io e mio fratello sfrecciamo in vespa nella città festante. Me lo sarei immaginato così?
E Acido Politico a colori? Sembra quasi un giornale vero. No, forse la mia immaginazione non arriva a tanto.
Dal finestrino vedo le Alpi, le prossima volta che le riattraverserò sarà per andare a trovare Benni e Bisi in quel di Lille e Reims ad Aprile. Come sarà il loro Erasmus? E soprattutto torneranno indietro le persone che avevo lasciato a settembre? Cerco di applicare l'unico teorema dell'amicizia che sono riuscito a formulare. Gli amici non cambiano mai, perchè se di loro sei davvero amico non ne percepisci un eventuale cambiamento, è come se l'avessi già previsto conoscendoli bene. Perciò li troverò, nelle loro località francesi, felici, senza la minima voglia di riaffacciarsi in Via Conservatorio.
E poi ci sarà Parigi con la mia bella, la nostra C3 verde pisello sfrecciare nelle campagne parigine al tramonto è un'immagine forse troppo elaborata per poterla prevedere.
Iniziano le manovre di atterraggio. Sto tornando. Non sento nessun soffocamento, nessuna ansia da ritorno, nessuna tachicardia improvvisa. Sono contento di aver vissuto questa esperienza, mi aspetta Milano per fare di tutto e di più, in fondo il mondo è mio.
Sto davvero tornando? Fra due mesi, il 3 Maggio, sarò di nuovo in Portogallo. Per la festa più devastante che l'uomo che può pensare ; cercherò di canticchiare le parole di Love Show di Skye, ex cantante dei Morcheeba al concerto della prima sera, mi addormenterò su una specie di marciapiede di un parco alla fine di una delle serate della festa, alle 8 di mattina, e mi risveglierò 5 ore più tardi nello stesso punto, ma in mezzo ad una partita di calcio.
Assisterò alla parata di carri più assurda cui potrò mai assistere. Non ci potrò credere quando lo vedrò con i miei occhi, figuriamoci se sul volo Lisbona-Milano la mia immaginazione arriverà a tanto. 6 ore, 96 carri in giro per la città soltanto per REGALARE birra indiscriminatamente per sei ore, a tutti. A tutti quelli che sono abbastanza sobri alla sesta ora per allungare la mano verso il carro.
E questo monastero abbandonato sulla cima di una imponente scogliera a strapiombo sul mare, a Cabo Espichel? La mia veggenza arriverà a tanto?
No, io in questo luogo non ci andrò mai. Quest'immagine risiede nella mia mente solo perchè Wim Wenders ci ha girato un pezzo di Lisbon Story. Io in questo luogo straordinario non ci sono mai stato.
Li sento. Sono i carrelli che toccano la pista di Malpensa. Sono a Milano, sono tornato.
Era il 2 Marzo.
Se il tempo è davvero scandito dai post di questo blog oggi non è più il 2 Marzo, ma il 18 Maggio. Quel che è successo prima appartiene ad un'altra pagina.
"Domani è l'inizio della mia nuova vita"
Chi l'ha detto? Avanti internauti googledipendenti, se cercate la risposta, troverete sorprese.
Jerome