Non ti curar di loro, ma guarda e passa
Con questa sera i critici cominciano definitivamente a starmi sulle palle.
E lo dice uno che li ha sempre difesi a spada tratta e che di uno di questi, il più grande, Paolo Mereghetti, è anche vero discepolo con tanto di libro autografato.
Ma stavolta non li perdono. Perchè forse anche per loro è una questione di perdono...ma andiamo con ordine.
Viene presentato alla stampa l'ultimo film di Benigni, tiepida accoglienza in conferenza stampa e bordate su quotidiani e settimanali. Provare per credere qui
Notare che io non sono uno di quelli che dice che i critici sono tutti snob e che sono incapaci di valutare un film con il cuore, ecco perchè mi ero incupito. Povero Roberto pensavo, sbagliare un film come Pinocchio ci sta, ma una bella storia come questa....che delusione.
Ma visto che la vita insegna che le cose bisogna provarle con mano prima di giudicarle mi sono prontamente recato al cinema.
Mi rivolgo a te, critico triste e insofferente. Qual è il tuo problema? Che cosa non perdoni al povero Roberto per sparare a zero su un film bello come questo?
Quale forma di solitudine ti pervade per poter guardare con sprezzo a un film del genere, che parla un linguaggio diverso da tutta la produzione italiana degli ultimi anni.
Non capisco davvero, forse la critica di sinistra voleva un Benigni più cattivo, che facesse vedere gli americani più sanguinari e torturatori e non dei bambolotti spaesati e confusi. Volevano una guerra più guerra e un Iraq più Iraq. Perchè forse con questo presunto buonismo il film non sarà quell'opera militante che molti si aspettavano e rischierà di piacere anche al pubblico d'oltreoceano.
Un film con delle imperfezioni non è un film brutto nè un film deludente.
E non fatemi parlare della critica di destra, di quei decerebrati del "Foglio" che dichiarano orgogliosi "Noi facciamo critica preventiva, dichiarando che non vedremo il film".Una frase che, molto sinteticamente, rende perfettamente il loro spessore culturale e la loro profondità di vedute.
Benigni comincia a stufare per le sue uscite di inguaribile ottimismo, per il suo entusiasmarsi di tutto. Ecco perchè, in un'altro imperdibile passaggio della medesima critica, si afferma che con la poesia non si mangia e che prima vengono i medicinali e le elezioni.
Queste persone mi mettono tristezza più che altro, magari sono quelli che vedendo morire la mamma di Bambi sono rimasti impassibili pensando che tutto sommato la madre il suo dovere l'aveva già fatto.
Il mondo si sta riempiendo di persone così, anche se nessuno ne ha davvero bisogno.
Andate a vedere il film di Benigni, e amatelo, se possibile
Jerome
E lo dice uno che li ha sempre difesi a spada tratta e che di uno di questi, il più grande, Paolo Mereghetti, è anche vero discepolo con tanto di libro autografato.
Ma stavolta non li perdono. Perchè forse anche per loro è una questione di perdono...ma andiamo con ordine.
Viene presentato alla stampa l'ultimo film di Benigni, tiepida accoglienza in conferenza stampa e bordate su quotidiani e settimanali. Provare per credere qui
Notare che io non sono uno di quelli che dice che i critici sono tutti snob e che sono incapaci di valutare un film con il cuore, ecco perchè mi ero incupito. Povero Roberto pensavo, sbagliare un film come Pinocchio ci sta, ma una bella storia come questa....che delusione.
Ma visto che la vita insegna che le cose bisogna provarle con mano prima di giudicarle mi sono prontamente recato al cinema.
Mi rivolgo a te, critico triste e insofferente. Qual è il tuo problema? Che cosa non perdoni al povero Roberto per sparare a zero su un film bello come questo?
Quale forma di solitudine ti pervade per poter guardare con sprezzo a un film del genere, che parla un linguaggio diverso da tutta la produzione italiana degli ultimi anni.
Non capisco davvero, forse la critica di sinistra voleva un Benigni più cattivo, che facesse vedere gli americani più sanguinari e torturatori e non dei bambolotti spaesati e confusi. Volevano una guerra più guerra e un Iraq più Iraq. Perchè forse con questo presunto buonismo il film non sarà quell'opera militante che molti si aspettavano e rischierà di piacere anche al pubblico d'oltreoceano.
Un film con delle imperfezioni non è un film brutto nè un film deludente.
E non fatemi parlare della critica di destra, di quei decerebrati del "Foglio" che dichiarano orgogliosi "Noi facciamo critica preventiva, dichiarando che non vedremo il film".Una frase che, molto sinteticamente, rende perfettamente il loro spessore culturale e la loro profondità di vedute.
Benigni comincia a stufare per le sue uscite di inguaribile ottimismo, per il suo entusiasmarsi di tutto. Ecco perchè, in un'altro imperdibile passaggio della medesima critica, si afferma che con la poesia non si mangia e che prima vengono i medicinali e le elezioni.
Queste persone mi mettono tristezza più che altro, magari sono quelli che vedendo morire la mamma di Bambi sono rimasti impassibili pensando che tutto sommato la madre il suo dovere l'aveva già fatto.
Il mondo si sta riempiendo di persone così, anche se nessuno ne ha davvero bisogno.
Andate a vedere il film di Benigni, e amatelo, se possibile
Jerome
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