A Jerome piace...
Sono finiti i tempi bui, evviva. Ho dato gli esami che mi permetteranno di diventare nientepopodimeno che dottore già a Dicembre. Pensa un po' come vola il tempo, mi sembra ieri che facevo sul mio quaderno di prima elementari quelle inutile "grechine", delle speci di ghirigori ondulati che sarebbero dovute servire a separare i testi quando ancora non sapevamo scrivere.
Ora che ci penso è una bella metafora della scuola italiana, ti insegna a separare A da B senza che tu conosca nè l'uno nè l'altro.
Beh, sedici anni dopo le grechine si chiude un primo capitolo.
In questo mese ho pensato a diverse cose che mi sarebbe piaciuto poter riportare su questo spazio, ma ogni idea veniva scavalcata implacabilmente da un'altra e così via.
Per esempio coltivo un sogno. Qualcosa di simile al film sul pasticciere trozkista di Moretti; il mio è scrivere le regole del Monopoli socialista. Proprio così, l'idea mi è balenata dopo una bruciante sconfitta subita questa estate dalla mia bella a Monopoli, che ha tuttavia innescato un senso di colpa devastante nel sottoscritto. " Non è giusto" ho pensato, Monopoli è uno spietato mostro di indottrinamento neoliberista, che sprovvisto di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale esaspera esponenzialmente un modello che trasforma i ricchi in ricchissimi e i poveri in disperati.
Non è molto educativo per un gioco che è indicato per giocatori "dai 6 ai 99 anni"
Ci vorrebbe un monopoli in cui per esempio nessuno può acquistare più di un numero determinato di proprietà,o in cui al passaggio dal via la cifra elargita sia proporzionale a reddito e patrimonio. A ben pensarci non c'è nemmeno alcuna norma antitrust, si può diventare proprietari di Società Elettrica e Acqua potabile senza alcuna restrizione.
L'unico gesto di civiltà sono quei cartoncini, malefici per chi gioca, che tassano singolarmente ciascuna proprietà immobiliare. Ricucci e furbetti vari evidentemente da giovani questa regola la eludevano bellamente.
Accidenti mi sto sbilanciando troppo, prometto che lo farò: pubblicherò per intero le regole del monopoli socialista.
Il motivo per cui non posso farlo ora è che nel mio disperato tantativo di apprendere la lingua francese ad un livello leggermente superiore al " Je suis Catherine Denueve"mi sono confrontato con un po' di filmografia francofona. Tra queste ho riamato, anche di più possibilmente, "Il favoloso mondo di Amelie". Come per molti la trovata che più apprezzato è senz'altro le elenco delle piccole cose che ciascuno ama, piccole impercettibili soddisfazioni che la vita di concede del tutto gratuitamente, che ciascuno di noi custodisce segretamente.
Sono giorni che non vedo altro che queste piccole cose, che stilo un interminabile elenco di piccole segrete situazioni che generano un sorriso per tutti gli altri inspiegabile. In ordine assolutamente sparso, ecco le mie preferite:
Osservare in biblioteca le belle ragazze che guardano a loro volta ragazze più belle di loro; sono combattute da un viscerale orgoglio femminile, pensando dell' "altra":
b) Lei non saprebbe chi è il Presidente della repubblica, io sì.
c) Si è già passata tutta la biblioteca
d) "sì ma se vieni in biblioteca con i pantaloni bianchi aderenti allora sei anche un po' esibizionista! Perchè non ti metti una maglietta con una freccia gigante verso il basso e la scritta " sì, ho un bel culo" a questo punto?
Parentesi: mi piacerebbe sinceramente capire dalla a alla zeta la mentalità femminile, troppo figlia di luoghi comuni davvero poco attendibili accumulati nel tempo. Per esempio ho compreso nel tempo che nelle donne la competizione, anche per cose davvero idiote, è molto più forte che tra gli uomini per i quali anzi è del tutto marginale.
Fine parentesi.
Mi piacciono le sciure milanesi ( per chi non ha confidenza con il lumbard, le sciure sono le signore milanesi un po' anziane). Mi piace praticamente qualsiasi cosa facciano, come si rapportano con una città profondamente cambiata rispetto a quella in cui sono cresciute, come guardano con circospezione gli immigrati. Mi piace la loro tenacia con cui si districano sui mezzi pubblici cercando disperatamente di timbrare il biglietto quando delle restanti quaranta persone sull'autobus venti se ne sono beatamente fregati e 10 sanno a mala pena dove si trova l'obliteratrice. A volte mi trasmettono un po' di solitudine, soprattutto perchè a volte ho l'impressione che la prospettiva dell'affollamento dell'autobus sia per loro ribaltata rispetto a tutti gli altri. E' certamente un fastidio logistico, ma è come se per loro sia una botta di "socialità" in una vita segnata da una profonda solitudine. Alcuni li vedi che non vedrebbero l'ora per attaccare bottone su qualsiasi cosa, basterebbe il minimo pretesto.
Ho una passione quasi fisica per il vento. Mi piace il vento, e mi piace il vento a Milano. Pulisce l'aria e trasforma il colore del cielo, soddisfazione che chi vive quotidianamente in luoghi meno grigi e intossicati non può assaporare allo stesso modo. Altro riferimento cinematografico, il sacco di plastica sospinto dal vento in un cortile, splendida scena da "American Beauty"per ricordarci quanta vita ci sia anche nelle cose più insignificanti. Quando a Milano soffia il vento immagino borse di plastiche volteggiare dappertutto sul cielo milanese, magari con in sottofondo Plastic Bag di Thomas Newman.
Mi piace ascoltare sull'ipod canzoni di cui ci sarebbe davvero da vergognarsi, approfittando tuttavia del fatto che nessuno può condividere il proprio imbarazzante gesto. E' fantastico poter ascoltare "Sere Nere" di Tiziano Ferro a tutto volume senza che chi ci siede a fianco in metropolitana possa sospettare di nulla, camminare disinvolti per strada ascoltando "Ti sento vivere " di MAx Pezzali con la stessa nonchlance con cui si ascolterebbe "Fear of the Dark " degli Iron Maiden, guardare fuori dal finestrino dell'autobus senza che vi sta guardando possa nemmeno immaginare che state ascoltando l'ultima hit di Irene Grandi ( mi piace sul serio, sarà un problema?)
Potrei andare avanti per ore. Chiunque voglia lasciare un saluto stavolta è obbligato ad allegare anche il suo "mi piace".
mi congedo con una cosa che non c'entra assolutamente nulla ma che è un pezzo di comicità davvero unico.
Soltanto la scelta registica sembra studiata a tavolino: lunga requisitoria di Berlusconi contro il comunismo e i comunisti che fa pensare che di fronte ci siano Lenin e Mao armati di forconi contadini e poi lo stacco del regista su Rutelli e Parisi. " Quando si è comunisti come lo sono loro..."
Nessun presidente ci farà più così ridere, un giorno lo rimpiangeremo. Io ve l'ho detto.
Jerome
Ora che ci penso è una bella metafora della scuola italiana, ti insegna a separare A da B senza che tu conosca nè l'uno nè l'altro.
Beh, sedici anni dopo le grechine si chiude un primo capitolo.
In questo mese ho pensato a diverse cose che mi sarebbe piaciuto poter riportare su questo spazio, ma ogni idea veniva scavalcata implacabilmente da un'altra e così via.
Per esempio coltivo un sogno. Qualcosa di simile al film sul pasticciere trozkista di Moretti; il mio è scrivere le regole del Monopoli socialista. Proprio così, l'idea mi è balenata dopo una bruciante sconfitta subita questa estate dalla mia bella a Monopoli, che ha tuttavia innescato un senso di colpa devastante nel sottoscritto. " Non è giusto" ho pensato, Monopoli è uno spietato mostro di indottrinamento neoliberista, che sprovvisto di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale esaspera esponenzialmente un modello che trasforma i ricchi in ricchissimi e i poveri in disperati.
Non è molto educativo per un gioco che è indicato per giocatori "dai 6 ai 99 anni"
Ci vorrebbe un monopoli in cui per esempio nessuno può acquistare più di un numero determinato di proprietà,o in cui al passaggio dal via la cifra elargita sia proporzionale a reddito e patrimonio. A ben pensarci non c'è nemmeno alcuna norma antitrust, si può diventare proprietari di Società Elettrica e Acqua potabile senza alcuna restrizione.
L'unico gesto di civiltà sono quei cartoncini, malefici per chi gioca, che tassano singolarmente ciascuna proprietà immobiliare. Ricucci e furbetti vari evidentemente da giovani questa regola la eludevano bellamente.
Accidenti mi sto sbilanciando troppo, prometto che lo farò: pubblicherò per intero le regole del monopoli socialista.
Il motivo per cui non posso farlo ora è che nel mio disperato tantativo di apprendere la lingua francese ad un livello leggermente superiore al " Je suis Catherine Denueve"mi sono confrontato con un po' di filmografia francofona. Tra queste ho riamato, anche di più possibilmente, "Il favoloso mondo di Amelie". Come per molti la trovata che più apprezzato è senz'altro le elenco delle piccole cose che ciascuno ama, piccole impercettibili soddisfazioni che la vita di concede del tutto gratuitamente, che ciascuno di noi custodisce segretamente.
Sono giorni che non vedo altro che queste piccole cose, che stilo un interminabile elenco di piccole segrete situazioni che generano un sorriso per tutti gli altri inspiegabile. In ordine assolutamente sparso, ecco le mie preferite:
Osservare in biblioteca le belle ragazze che guardano a loro volta ragazze più belle di loro; sono combattute da un viscerale orgoglio femminile, pensando dell' "altra":
b) Lei non saprebbe chi è il Presidente della repubblica, io sì.
c) Si è già passata tutta la biblioteca
d) "sì ma se vieni in biblioteca con i pantaloni bianchi aderenti allora sei anche un po' esibizionista! Perchè non ti metti una maglietta con una freccia gigante verso il basso e la scritta " sì, ho un bel culo" a questo punto?
Parentesi: mi piacerebbe sinceramente capire dalla a alla zeta la mentalità femminile, troppo figlia di luoghi comuni davvero poco attendibili accumulati nel tempo. Per esempio ho compreso nel tempo che nelle donne la competizione, anche per cose davvero idiote, è molto più forte che tra gli uomini per i quali anzi è del tutto marginale.
Fine parentesi.
Mi piacciono le sciure milanesi ( per chi non ha confidenza con il lumbard, le sciure sono le signore milanesi un po' anziane). Mi piace praticamente qualsiasi cosa facciano, come si rapportano con una città profondamente cambiata rispetto a quella in cui sono cresciute, come guardano con circospezione gli immigrati. Mi piace la loro tenacia con cui si districano sui mezzi pubblici cercando disperatamente di timbrare il biglietto quando delle restanti quaranta persone sull'autobus venti se ne sono beatamente fregati e 10 sanno a mala pena dove si trova l'obliteratrice. A volte mi trasmettono un po' di solitudine, soprattutto perchè a volte ho l'impressione che la prospettiva dell'affollamento dell'autobus sia per loro ribaltata rispetto a tutti gli altri. E' certamente un fastidio logistico, ma è come se per loro sia una botta di "socialità" in una vita segnata da una profonda solitudine. Alcuni li vedi che non vedrebbero l'ora per attaccare bottone su qualsiasi cosa, basterebbe il minimo pretesto.
Ho una passione quasi fisica per il vento. Mi piace il vento, e mi piace il vento a Milano. Pulisce l'aria e trasforma il colore del cielo, soddisfazione che chi vive quotidianamente in luoghi meno grigi e intossicati non può assaporare allo stesso modo. Altro riferimento cinematografico, il sacco di plastica sospinto dal vento in un cortile, splendida scena da "American Beauty"per ricordarci quanta vita ci sia anche nelle cose più insignificanti. Quando a Milano soffia il vento immagino borse di plastiche volteggiare dappertutto sul cielo milanese, magari con in sottofondo Plastic Bag di Thomas Newman.
Mi piace ascoltare sull'ipod canzoni di cui ci sarebbe davvero da vergognarsi, approfittando tuttavia del fatto che nessuno può condividere il proprio imbarazzante gesto. E' fantastico poter ascoltare "Sere Nere" di Tiziano Ferro a tutto volume senza che chi ci siede a fianco in metropolitana possa sospettare di nulla, camminare disinvolti per strada ascoltando "Ti sento vivere " di MAx Pezzali con la stessa nonchlance con cui si ascolterebbe "Fear of the Dark " degli Iron Maiden, guardare fuori dal finestrino dell'autobus senza che vi sta guardando possa nemmeno immaginare che state ascoltando l'ultima hit di Irene Grandi ( mi piace sul serio, sarà un problema?)
Potrei andare avanti per ore. Chiunque voglia lasciare un saluto stavolta è obbligato ad allegare anche il suo "mi piace".
mi congedo con una cosa che non c'entra assolutamente nulla ma che è un pezzo di comicità davvero unico.
Soltanto la scelta registica sembra studiata a tavolino: lunga requisitoria di Berlusconi contro il comunismo e i comunisti che fa pensare che di fronte ci siano Lenin e Mao armati di forconi contadini e poi lo stacco del regista su Rutelli e Parisi. " Quando si è comunisti come lo sono loro..."
Nessun presidente ci farà più così ridere, un giorno lo rimpiangeremo. Io ve l'ho detto.
Jerome
10 Comments:
Delle sciure milanesi fa parte anche la mia mamma e anche se non è sciura anche il mio papà. Descritti proprio bene. Se non riescono a timbrare per il pienone son capaci di scendere. Mia mamma è sempre pronta ad attaccare bottone. E sono diffidenti verso gli immigrati :-D
Sul mio monitor non si crea l'immagine sotto la scritta: la squadra più forte del mondo. Forse anche ilò mio monitor si rifiuta di far vedere simili cose.
Devo dire una cosa che mi piace...
tante cose...camminare per milano, la mia città, anche senza meta. Sono milanese puro sangue...purissimo sangue e la sento un po' mia :-D
Compagno..
sei proprio un inguaribile lumbard..mi fai quasi sentire leghista ogni tanto (alla pagliarini però, non alla Calderoli)
Jerome
be', a me piacere leggere i post intelligentemente divertenti scritti da gente che ha 15 anni meno di me. e questa volta ho pure varie giustificazioni:
1) Amélie è uno dei miei film preferiti (adoro la scena dove lei stacca l'antenna del vicino a ogni azione da gol)
2) l'unico motivo per cui potrei imparare a ballare è per prendere parte al musical sul pasticcere trozkista (giuro che è vero, una volta l'ho anche sognato)
3) "Fear of the dark" è la canzone preferita di mio marito
4) da quando va al nido il Capoccione ha smesso di ascoltare Mozart e vuole solo Tiziano Ferro (l'ho anche beccato che cantava "Raffaella è mia" e ho avuto un attacco di gelosia che neanche Bondi)
5) l'idea del Monopoli socialista è semplicemente geniale, aggiungerei che chi perde viene spedito in un sovchoz
6) forza Inter
P.S. ti confesso in un orecchio che l'ultima di Irene Grandi piace anche a me
fantastico Berlusconi...quanto lo amo quell'uomo...Parisi e Rutelli...ahahaah
Eddai Anto! C'era una sola regola per commentare: scrivere qualcosa che ti piace.
Va beh, ti risparmio lo sforzo. Ti stilo un elenco di cose che, conoscendoti, potrebbero entrare nella tua top five. Devi solo scegliere.
1) Incontrare un qualunque individuo disorientato che chieda: " Scusate, c'è qualcuno che sa che cos'è un sistema elettorale?"
2) Sedersi sulla panchina di fianco all'ingresso della biblioteca con il tè alla pesca in mano, osservare le ragazze più "fighe" arrivare da lontano e, non appena queste sono in prossimità dell'ingresso, urlare: "Che topa!" o in alternativa
- " Tooosta!"
- " Chebbocce!"
- "Eeevabeh!"
- " Checchiappe!"
- "Patataa!" (a mio modesto parere il più affettuoso)
3)Parlare del partito democratico e di quanto il meccanismo di elezione dei candidati sia tutto fuorchè democratico
4)Ostentare il proprio francese quando gli altri non sanno il francese, il tedesco quando gli altri hanno imparato il francese ma non il tedesco... e così via.
In generale imparare lingue per non farsi capire da chi non le conosce
5)Comprare libri di politologia di cui nemmeno gli autori probabilmente posseggono le copie ( forse non si ricordano nemmeno di averli scritti). Se non fosse per AntoXXX BXXXXXXXO l'editrice "Il Mulino" sarebbe fallita già da diversi anni.
A te la scelta
Jerome
Dunque...
1) Non mi sveglio mai a quell'ora ma alle 7 del mattino Milano è una città migliore...(dicono)
2) Il tè al limone all'ingresso della Statale il primo giorno di lezioni alla prima ora... poi si torna a casa e si decide di dare l'esame da non frequentante...
3)Li con te, sempre col tè al limone, caro Jerome a quelle ragazze urlerei:
"Ti prometto una serata fantastica: musica e magia! Prima ti tr..bo e poi sparisci!",
oppure come disse il buon Luttazzi
"Sc...mi! ... ti spiegherò poi..."
P.S all'esame di francese alla fine dì :
"Chacun ses goûts la fumier est bonne!".. farà effetto.
che meraviglia! non mi ero resa conto che la musica di sottofondo era una tua improvvisazione!
non ti conosco, però peccato che tu sia già fidanzato... ho sempre voluto innamorarmi di un ragazzo come te..
cmq io sono di giù, non funzionerebbe mai.
prima di andar via però compio il mio dovere con "imipiace":
di Milano, il giungere nei luoghi cercati senza dover consultare una cartina;
e poi, il mio angolo preferito, (che non svelo per non fargli fare la fine di Firenze)... incredibile, ma è colui che custodisce 3 dei miei luoghi preferiti (libreria, caffé, e gelateria) ed esiste davvero. E il suo nome legato alla resistenza, non può che confermarlo.
di altri posti lontani, la luce anche invernale e il cielo azzurro, profondo...
le sciure diffidenti, un po xenofobe... no, invece non mi piacciono.
A meno che da giovani, non abbiano liberato Milano. Ma non sarebbero cmq loro.
mi piacciono le mani dei contadini, il lavoro della terra le plasma in un modo unico e nobile
mi piacciono i visi delle indigene anziane, i cui volti sono solcati da rughe profonde. Specie se riprese da una foto in bianco e nero..
Il riflesso delle luci natalizie sul naviglio di sera
il vento sul viso quando pedalo
gli abbracci veri, ancor più dei baci....
E se dovessi scegliere la sensazione che amo di più in assoluto, è essere svegliata dall'aroma di caffélatte e di pane tostato, accompagnati in sottofondo da Vivaldi, e da un bacio, di buongiorno.
E poi mi piace qualcuno...
ma questo non te lo posso dire.
Forse, un'altra volta.
jerome c'ha le ammiratrici, jerome c'ha le ammiratrici!!! eheheh, ricordati sempre dell'auricolare e della linea rossa...
anyway, mi presto anche io volentieri a questo gioco.
Mi piace salire sulla metro con la musica adatta e fare l'esame finestra a tutte le persona bizzarramente normali che vi si possono incontrare; oppure, sempre sulla metro, canticchiare ad alta voce e sentirmi tutti gli sguardi perplessi addosso; o, e questa è la migliore della rubrica "mezzi pubblici", capire che il ragazzo di fronte a me non sta guardando la modellona efebica e malaticcia che mi sta accanto, ma sta guardando proprio la sottoscritta! (capita raramente, lo so, ma sai che soddisfazione quelle poche volte?!?)
Mi piace attaccare bottone con persone che non conosco e che non re-incontrerò mai più;
mi piace scoprire i luoghi nascosti di questa città, spesso appannaggio di pochi ricchi privilegiati (vedi i cortili interni di zona Conciliazione e tante altre cose);
mi piace girare un posto nuovo da sola per potermi fermare a fare tutte le foto che mi pare senza dover sentire i rimbrotti di chi mi accompagna;
adoro fermarmi a bere un caffè in un posto che mi piace anche se in quel momento non ho voglia di un caffè;
adoro sedermi sette di sera sulle panchine di una via del conservatorio ormai vuota con quelli che considero quasi due fratelli adottivi;
mi piace quando per caso incontro per strada una donna che ha un profumo che mi ricorda l'infanzia o comunque il passato;
mi piace quando per strada mi sembra di incontrare mia nonna...e invece è solo una signora anziana col bastone;
adoro sentire gli odori autentici (tipo quello del pane, ma del pane vero, quello del panettiere dove andavo sempre a Reggio Calabria per intenderci...) nell'inquinatissima città in cui vivo;
mi piace stare sotto il piumino anche a degli orari spropositati;
mi piace il mare, in qualsiasi momento, posto, situazione climatica...non posso vivere senza! (mi manca lo Stretto!!!);
mi piace salutare Pino (il portinaio) anche quando non c'è. (è scaramanzia in verità, però mi piace anche!)
mi piace contare tutte le lettere di tutte le parole tentando di trovare la parola perfetta; e soprattutto adoro le parole/frasi di 14 lettere.
oddio, potrei continuare per ore: mi piacciono troppe cose(alcune anche un po' da paranoica-maniaco-depressiva, ma va beh!)
farò un post apposito lungo mille pagine per raccontarle tutte!
nel frattempo abbraccio e bacio tutti diffusamente!
Benni
Questi due commenti valevano da soli due anni di affannoso aggiornamento del blog.
Non dico altro, per non lasciare intendere all'anonima se può ritenersi ancora tale.
Jerome
Ehi ehi jerome qui non ce la conti giusta...questa mimì...uhm...
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