Coimbra: Settimana due e un ticchettio sospetto
Sono passati quasi 13 giorni, parenti di due settimane, e mi ritrovo ancora qui, su un letto, a scrivere.
Stavolta però sono a casa, la mia nuova casa. Alla fine hanno vinto le 3 spagnole, pardon, catalane. A queste pochi giorni dopo si è aggiunta una ragazza galiziana (gallega?) così se volevo fuggire dal foggiano mi sono ritrovato circondato da un altro idioma, lo spagnolo. Maledetto spagnolo.
Anzi, magari fosse così. Volevo parlare portoghese ed invece mi trovo a sentire 3 lingue diverse in casa senza poterne comprendere nemmeno una. Prima il catalano, poi il gallego, poi il castigliano. Nessuna di queste alla mia portata.
Imparare il portoghese in mezzo a tre varianti diverse di spagnolo credo che sia la possibilità peggiore che potesse capitare a chiunque volesse apprendere il portoghese. C’è da dire che la casa è bella, accogliente. Come me l’ero immaginata. Chi non crede nel destino, come me, crede nella statistica. Alla lunga, a furia di cercare, la casa giusta sarebbe stata trovata.
La vista dal mio balcone è un po’ coperta, ma sotto c’è Coimbra. Una buona metafora del nostro futuro rubata al film “ Che ne sarà di noi”. Sta lì, c’è, sotto i nostri occhi, ma non possiamo vederlo.
Archiviato il capitolo casa questo Erasmus prende via via una fisionomia sempre più definita.
C’è da dire una cosa. Tutto quello che viene scritto, raccontato, immaginato sull’Erasmus è indiscutibilmente vero. L’unica variabile è il luogo probabilmente. Forse ci sono città più o meno predisposte, questo non lo so. Quello che so è che questa è certamente predisposta.
Le feste qui continuano senza sosta. Ma andiamo con ordine.
La noite dos Horarios che avevo precedentemente menzionato, per rimanere in linea con la maggioranza degli eventi qui, è stata una grande occasione per bere a volontà.
La mia resistenza alla birra è durata circa 48 ore. Qui è un fattore escludente, nel senso che non è nemmeno presa in considerazione l’eventualità che tu non beva birra. Quindi mi sono adeguato. Il problema non è stata la birra, ma una sorta di chupito composto da liquore al caffè, assenzio e crema di whisky. Una cosa del genere ad un ex-astemio come me può causare danni irreparabili. Ed effettivamente è stato così. Dopo, non mi ricordo + nulla. So che il giorno successivo per fortuna mio sono risvegliato nel mio letto ed ero da solo.
Giorno dopo giorno le conoscenze aumentano. Fortunatamente aumentano anche quelle un po’ più solide del “ Ciao-di dove sei-cosa studi- dove abiti-ci sono troppi italiani qui- il tempo qui è imprevedibile-scusa vado a prendere qualcosa da bere”. Abbiamo conosciuto due ragazzi di Torino molto simpatici, un ragazzo e una ragazza che studiano medicina. Finalmente qualcuno con cui fare vita anche al di fuori della pazza notte coimbrese. Cose tipo pranzare, girare per la città, fare la spesa insieme e andare al cinema. Un po’ di normalità insomma. Mi hanno fatto venire voglia di fare medicina.
Ora, considerando che:
- Sono ipocondriaco cronico
- Non credo nella medicina
- Ho paura del sangue e ai prelievi svengo 3 volte su 4
- Sono al terzo anno di scienze politiche
- Sono uscito dal liceo scientifico con 6 in matematica, fisica e scienze
Può essere un problema?
E’ che per la prima volta da quando sono all’università vedo qualcuno che sta studiando qualcosa di utile, tangibile. Dei piccoli grandi insomma. Loro potranno dare il loro contributo alla società molto presto, io…. non lo so.
Ma la conoscenza della settimana sono senza dubbio due ragazzi cinesi. Il primo, e unico forse finora, momento di vero scambio interculturale. La scena più spassosa è stata senza dubbio la presentazione. Erano insieme ai ragazzi di Torino, mi rivolgo ad uno e dico, stringendogli la mano: “Flavio”
E lui: “ Flavio!”
E io: “ Flavio! And you?”
E lui: “ Flavio”
E io: “ No, Eu Flavio. Tu?
E Lui: “ Flavio!”
E io: “ Meu nome è Flavio. Tuo nome?”
Oh…dopo quindici minuti ce l’ho fatta. Si chiamava Flavio. Il mondo è troppo, troppo piccolo.
L’altro ragazzo si faceva chiamare Antonio ma poi abbiamo capito che in Cina, oltre al loro nome, si scelgono degli appellativi occidentali per comodità e loro, appassionati di cultura italiana, avevano scelto quei nomi. Buongustai.
L’incontro con Si Fou e Zi Tou è stata un’opportunità incredibile per capire meglio una realtà che è conoscibile solo attraverso questi tipi di contatti.
Innanzitutto la Cina è grande, grandissima. Riferirsi ad essa come un blocco monolitico è come parlare di tutta l’Europa senza distinzioni. Recandoci al fiume e chiedendo quanto fosse grande lo Yang Tze uno dei due mi ha risposto un po’ stizzito che non l’aveva mai visto in vita sua, essendo lontanissimo da casa sua.
La mia preferita è stata senza dubbio la mia personalissima indagine circa le libertà politiche e religiose.
Io: “You can trust in every religion in China?”
Loro: “ Of course”
Io: “ Even catholics?”
Loro” Even catholics”
Io: “ And Falun gong?” ( per sapere cos’è google e wikipedia sono al vostro servizio)
Loro: “ No, Falun gong you can’t”
Io: “Why?”
L: “Because they make trouble with government “
Io: “ Ok, but if I want to trust in Falun Gong by myself. What can they do?”
L: “Government won’t permit you”
Io: “ Ok, but it’s a personal thing. What can they do?
L:” Government officer come to you….and persuade you”
Quel persuade me lo ricorderò tutta la vita.
Cina a parte la vita prosegue con ritmi altalenanti. A volte guardo il calendario e i giorni sembrano volare. Ma la mattina la lancette sembrano muoversi con una lentezza sonfortante e Milano sembra lontana. Mi manca, però le comunicazioni di questo secolo sono straordinarie e annullano realmente le distanze.
Una di queste sere, per discutere del futuro di Acido politico, mi sono trovato a parlare dal mio balcone, scroccando la connessione wireless dalla biblioteca di fronte, in audioconferenza con la mia bella e il grande-capo Vega09. Insomma, ero a Coimbra, senza nessun tipo di filo, che guardavo il panorama della città e conversavo liberamente e gratuitamente con due persone in due posti diversi a migliaia di chilometri di distanza. E’ splendido.
Scriverò spesso il weekend. Qui partono i portoghesi e la città si svuota. Anche la vita Erasmus si ricarica un attimo, ma non si ferma mai.
Accadono troppe cose in una settimana per poter essere raccontate tutte. Il post è già abbastanza lungo vi ho già tediato a sufficienza.
Un solo vero problema è ancora irrisolto. Il mio orecchio destro emette uno strano ticchettio intermittente. I “dottori “ mi hanno già diagnosticato qualcosa di impronunciabile.
Ma la medicina non esiste, passerà da solo
Jerome
Stavolta però sono a casa, la mia nuova casa. Alla fine hanno vinto le 3 spagnole, pardon, catalane. A queste pochi giorni dopo si è aggiunta una ragazza galiziana (gallega?) così se volevo fuggire dal foggiano mi sono ritrovato circondato da un altro idioma, lo spagnolo. Maledetto spagnolo.
Anzi, magari fosse così. Volevo parlare portoghese ed invece mi trovo a sentire 3 lingue diverse in casa senza poterne comprendere nemmeno una. Prima il catalano, poi il gallego, poi il castigliano. Nessuna di queste alla mia portata.
Imparare il portoghese in mezzo a tre varianti diverse di spagnolo credo che sia la possibilità peggiore che potesse capitare a chiunque volesse apprendere il portoghese. C’è da dire che la casa è bella, accogliente. Come me l’ero immaginata. Chi non crede nel destino, come me, crede nella statistica. Alla lunga, a furia di cercare, la casa giusta sarebbe stata trovata.
La vista dal mio balcone è un po’ coperta, ma sotto c’è Coimbra. Una buona metafora del nostro futuro rubata al film “ Che ne sarà di noi”. Sta lì, c’è, sotto i nostri occhi, ma non possiamo vederlo.
Archiviato il capitolo casa questo Erasmus prende via via una fisionomia sempre più definita.
C’è da dire una cosa. Tutto quello che viene scritto, raccontato, immaginato sull’Erasmus è indiscutibilmente vero. L’unica variabile è il luogo probabilmente. Forse ci sono città più o meno predisposte, questo non lo so. Quello che so è che questa è certamente predisposta.
Le feste qui continuano senza sosta. Ma andiamo con ordine.
La noite dos Horarios che avevo precedentemente menzionato, per rimanere in linea con la maggioranza degli eventi qui, è stata una grande occasione per bere a volontà.
La mia resistenza alla birra è durata circa 48 ore. Qui è un fattore escludente, nel senso che non è nemmeno presa in considerazione l’eventualità che tu non beva birra. Quindi mi sono adeguato. Il problema non è stata la birra, ma una sorta di chupito composto da liquore al caffè, assenzio e crema di whisky. Una cosa del genere ad un ex-astemio come me può causare danni irreparabili. Ed effettivamente è stato così. Dopo, non mi ricordo + nulla. So che il giorno successivo per fortuna mio sono risvegliato nel mio letto ed ero da solo.
Giorno dopo giorno le conoscenze aumentano. Fortunatamente aumentano anche quelle un po’ più solide del “ Ciao-di dove sei-cosa studi- dove abiti-ci sono troppi italiani qui- il tempo qui è imprevedibile-scusa vado a prendere qualcosa da bere”. Abbiamo conosciuto due ragazzi di Torino molto simpatici, un ragazzo e una ragazza che studiano medicina. Finalmente qualcuno con cui fare vita anche al di fuori della pazza notte coimbrese. Cose tipo pranzare, girare per la città, fare la spesa insieme e andare al cinema. Un po’ di normalità insomma. Mi hanno fatto venire voglia di fare medicina.
Ora, considerando che:
- Sono ipocondriaco cronico
- Non credo nella medicina
- Ho paura del sangue e ai prelievi svengo 3 volte su 4
- Sono al terzo anno di scienze politiche
- Sono uscito dal liceo scientifico con 6 in matematica, fisica e scienze
Può essere un problema?
E’ che per la prima volta da quando sono all’università vedo qualcuno che sta studiando qualcosa di utile, tangibile. Dei piccoli grandi insomma. Loro potranno dare il loro contributo alla società molto presto, io…. non lo so.
Ma la conoscenza della settimana sono senza dubbio due ragazzi cinesi. Il primo, e unico forse finora, momento di vero scambio interculturale. La scena più spassosa è stata senza dubbio la presentazione. Erano insieme ai ragazzi di Torino, mi rivolgo ad uno e dico, stringendogli la mano: “Flavio”
E lui: “ Flavio!”
E io: “ Flavio! And you?”
E lui: “ Flavio”
E io: “ No, Eu Flavio. Tu?
E Lui: “ Flavio!”
E io: “ Meu nome è Flavio. Tuo nome?”
Oh…dopo quindici minuti ce l’ho fatta. Si chiamava Flavio. Il mondo è troppo, troppo piccolo.
L’altro ragazzo si faceva chiamare Antonio ma poi abbiamo capito che in Cina, oltre al loro nome, si scelgono degli appellativi occidentali per comodità e loro, appassionati di cultura italiana, avevano scelto quei nomi. Buongustai.
L’incontro con Si Fou e Zi Tou è stata un’opportunità incredibile per capire meglio una realtà che è conoscibile solo attraverso questi tipi di contatti.
Innanzitutto la Cina è grande, grandissima. Riferirsi ad essa come un blocco monolitico è come parlare di tutta l’Europa senza distinzioni. Recandoci al fiume e chiedendo quanto fosse grande lo Yang Tze uno dei due mi ha risposto un po’ stizzito che non l’aveva mai visto in vita sua, essendo lontanissimo da casa sua.
La mia preferita è stata senza dubbio la mia personalissima indagine circa le libertà politiche e religiose.
Io: “You can trust in every religion in China?”
Loro: “ Of course”
Io: “ Even catholics?”
Loro” Even catholics”
Io: “ And Falun gong?” ( per sapere cos’è google e wikipedia sono al vostro servizio)
Loro: “ No, Falun gong you can’t”
Io: “Why?”
L: “Because they make trouble with government “
Io: “ Ok, but if I want to trust in Falun Gong by myself. What can they do?”
L: “Government won’t permit you”
Io: “ Ok, but it’s a personal thing. What can they do?
L:” Government officer come to you….and persuade you”
Quel persuade me lo ricorderò tutta la vita.
Cina a parte la vita prosegue con ritmi altalenanti. A volte guardo il calendario e i giorni sembrano volare. Ma la mattina la lancette sembrano muoversi con una lentezza sonfortante e Milano sembra lontana. Mi manca, però le comunicazioni di questo secolo sono straordinarie e annullano realmente le distanze.
Una di queste sere, per discutere del futuro di Acido politico, mi sono trovato a parlare dal mio balcone, scroccando la connessione wireless dalla biblioteca di fronte, in audioconferenza con la mia bella e il grande-capo Vega09. Insomma, ero a Coimbra, senza nessun tipo di filo, che guardavo il panorama della città e conversavo liberamente e gratuitamente con due persone in due posti diversi a migliaia di chilometri di distanza. E’ splendido.
Scriverò spesso il weekend. Qui partono i portoghesi e la città si svuota. Anche la vita Erasmus si ricarica un attimo, ma non si ferma mai.
Accadono troppe cose in una settimana per poter essere raccontate tutte. Il post è già abbastanza lungo vi ho già tediato a sufficienza.
Un solo vero problema è ancora irrisolto. Il mio orecchio destro emette uno strano ticchettio intermittente. I “dottori “ mi hanno già diagnosticato qualcosa di impronunciabile.
Ma la medicina non esiste, passerà da solo
Jerome
4 Comments:
Si acido politico si delinea. Anche io resto in contatto con la tua bella e con leo per il giornale. E' uscito il film di Woody Allen, troppo spassoso. Questo andava visto insieme. Non so se in portoghese potrai apprezzarlo a dovere :-D
Bene bene ti fai amicizie. Se ti possono interessare le notizie per ora Donadoni ha il culo salvo, la finanziaria crea continue polemiche, l'asta del fantacalcio è andata bene e soprattutto mi sono aggiudicato kaka.
Che altro dire...qui niente feste e purtroppo nemmeno niente spagnole :-D
A proposito di feste...tra 1 settimana una...domenica prossima...sai cosa c'è vero? Anche se da migliaia di km non provare a dimenticartene eh? :-D
il post è ineccepibile, cherie, anche se per le info su falun gong avresti dovuto rimandare al mio articolo su acido politico...grave pecca!!!
purtroppo non posso ancora scrivere molto a lungo, ma presto ti asciugherò più approfonditamente. In ogni caso io non mi farei mai curare da te, mio caro.......................................................................................................ma dai che scherzo!
p.s. ricordati che le spagnole (siano esse catalane, castigliane o galiziane) alle basche fanno un baffo, ok???
Baci bacini
Cinesi, Iberici Spaniardi, Torinesi.....e i Lusitani dove sono???
I Cinesi sono stoici e monolitici per definizione e questa è la ragione per cui a noi Europei faranno un culo così...
Ah giusto...benvenuto tra i cultori della cerveza :-D
Ricordo ancora il mio mitico volo Oslo-København della durata di 25 minuti in cui chiesi prima "Et norske øl" e poi per altre 4 volte "Et andre øl"...."una birra norvegese"..."un'altra birra"
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